
Record d’immersione di 50 ore immerso nel lago di Como
I record d’immersione sono sempre più discussi, nel bene e nel male. Un’alternativa adrenalinica del sistema. Non si può, e lo dico in prima persona, entrare nella testa di una persona che compie un’impresa tale. E’ schermata, è solida, è impenetrabile da bombardamenti che ne vogliono cambiare le fondamenta.
Nel 2013 il mio primo guinness subacqueo: record d’immersione nel lago di Como. Si tratta di un record che si dimostra molto duro, fin dall’organizzazione delle prime prove. Pensavo che vivere tutto questo tempo sott’acqua fosse come staccare la spina dalla vita terrestre per un week end completo. No, è molto di più.
Pensavo a questo punto a una soluzione per poter dare luce e visibilità al negozio ma con un mezzo di comunicazione d’impatto. Qualcosa che lasciasse il segno. Qualcosa che facesse parlare nel bene o nel male. Ho pensato a moltissime iniziative e possibili progetti che non sto ad elencare perché sarei preso per pazzo. Ne descrivo solo uno: attraversare il lago di Como da nord a sud imbragato e sollevato da palloncini riempiti ad elio. Nonostante alcuni accordi presi, la ricerca di sponsor per il molto elio che sarebbe servito, mi sono accorto che era poco…subacqueo.
Da qui l’idea di fare un record d’immersione subacqueo mondiale nel mio amato lago di Como. Da subito mi ha affascinato il record di immersione prolungata a una quota prestabilita. Il record scelto chiedeva di infrangere un tempo di 48 ore e 24 minuti eseguito in Florida, in acque dolci, nel 2008. Si trattava di vivere, o sopravvivere, per tutto questo tempo su una piattaforma tra gli 8 e i 10 metri di profondità.
Da subito avrei voluto alzare la posta in gioco, avrei voluto fare queste ore navigando con lo scooter subacqueo gran parte delle coste del lago di Como. Ce la faremo? Non lo so, proviamo e vediamo. Mi gaso, andiamo!

Come nasce l’idea del record d’immersione mondiale
Era una gelida mattinata di dicembre 2012, in negozio, da solo, quando ricevo una chiamata da parte di un giornalista che mi chiede se anche per il 2013 ero interessato a partecipare alla solita, noiosa e poco funzionale campagna pubblicitaria…”ti do uno spazio…mezza pagina….sei mesi di visibilità…”. Sono pienamente a conoscenza che la pubblicità è l’anima del commercio e che sia fondamentale, ma proprio, non ci stavo. Quel tipo di pubblicità mi aveva stancato. Era poco d’impatto.
Da li, l’idea: un record d’immersione di profondità mondiale! Da subito ho pensato che fosse una cosa più grande di me. Mi sono consultato con amici che potessero aiutarmi e men che non si dica, la macchina organizzativa per imbastire questo tentativo di record era in carreggiata.
Assembliamo la macchina organizzativa
In un evento che si rispetti non è possibile pensare a tutto. E’ stato così creato uno staff di subacquei per la mia assistenza. Tutti amici, allievi e istruttori della nostra scuola subacquea. Un insieme di subacquei NON PROFESSIONISTI ma con moltissima voglia di essere addestrati al record nel modo migliore, di supportarmi al 110% e con la voglia di portare a Como questo record d’immersione.
In concomitanza ho chiesto supporto a uno staff medico. E’ obbligatorio quando si organizzano eventi di questo calibro. Mi sono appoggiato fin da subito all’amico, medico iperbarico, Dott.Luca Morelli, direttore della sua clinica riabilitativa “San Fedele”, poco distante da Como.
Anche con Luca e Simona, la moglie, abbiamo da subito intrapreso le giuste direttive per arrivare alla data del record pronti per superare la prova. Luca, nel suo staff medico, ha inserito: Simona, fisioterapista e coach di training autogeno, uno psicologo, un alimentarista, un cardiologo e un dentista esperto di gnatoposturologia.
Il progetto da record è stato subito affiancato ad un progetto medico diretto direttamente dal Dott.Morelli. Studi presso l’università di Padova con test spiromentrici e metabolici. E’ stato eseguito un grande lavoro anche dal Dott.Alessandro Galletta, odontoiatra e gnatoposturologo. Ha infatti eseguito studi su di un bite sportivo al fine di affaticare il meno possibile la colonna per tutta la durata del record d’immersione. Prove in studio dentistico affiancate a immagini della colonna riprodotte tramite apparecchiature altamente sofisticate del centro medico San Fedele.
In pochissimo tempo tutto ciò era già creato, tutti erano pronti per iniziare con le prove. Mi gaso, si parte!
Iniziamo con la piscina
Inizialmente riunioni a cadenza settimanale, erano veramente infinite le varie sfaccettature da prendere in considerazione con lo staff alle quali, personalmente, alla nascita di questo progetto, non avevo pensato.
Decidemmo per una data di marzo e provammo un’immersione in piscina visto che le condizioni del lago sono ancora proibitive per la rigida temperatura. Volevamo provare 8 ore d’immersione e iniziare a capire dove sono i problemi e le lacune: sia per me che sto sott’acqua sia per l’intero staff che mi deve supportare da fuori.
Prima prova riuscita. Personalmente mi accorgo che fare tante ore sott’acqua non è come dirlo con le gambe sotto al tavolo. Ed erano solo 8 in piscina delle 50 che avrei dovuto fare nel lago! Per lo staff è stato un modo per annotare le criticità e i problemi per, successivamente, correggersi e non riportarli nella prova successiva.
Seconda prova, per il record d’immersione, a distanza di un mese, con la 24 ore in piscina. Questo record d’immersione inizia a occupare molto tempo nella vita delle persone che mi seguono, nello staff, e voglio essergliene riconoscente. Partimmo con la 24 ore in piscina alle 16:00 di sabato. Tutto era pronto. La direzione della piscina ci affiancò un assistente bagnanti per le 24 ore e per tutte le fasi notturne all’interno della struttura. Lo staff conosceva a memoria turni di ingresso in acqua e manovre da migliorare rispetto alla 8 ore eseguite in precedenza.
La domenica alle 16:00 uscii dall’acqua, tutto era andato per il verso giusto. Sono rimasto immerso per qualcosa di più di 24 ore. Lo staff era felice per come si sono approcciati ai vari turni e ai miei vari cambi bombola. Prova superata! Il morale di tutti era altissimo, si guarda già alla prossima prova! Mi gaso! Proseguiamo! Al lago!
Prima prova di immersione prolungata nel lago. 10 ore.
Basta scherzare
Le riunioni continuano e anche la voglia di portare a casa il record subacqueo cresce. Le 2 prove fino a questo punto sono andate bene. In piscina feci circa 13 ore di scooter e potevo farne ancora! Il morale di tutti è altissimo! Inizia la primavera, la temperatura dell’acqua del lago diventa più clemente per immersioni lunghe. Arrivarono le maschere gran facciali con comunicatori per la superficie. Si parte con le prove a lago.
Abbiamo deciso di fare queste prove con il supporto delle barche, lo staff non può stare a terra. Io devo navigare con lo scooter subacqueo. Uno sponsor e un amico dello staff ci metterono a disposizione diverse barche di media e grande taglia. Il nostro settore tecnico dello staff costruì una pesante ala da immergere a poppa della barca. La barca naviga e io sotto di essa seguo quest’ala trascinato dallo scooter. Sull’ala era montato il sensore radio per la comunicazione tra me e la superficie con il gran facciale.
Ogni 2 ore lo staff scendeva a cambiarmi le bombole. Ero in configurazione side mount, due bombole laterali. Me ne cambiavano una alla volta e mediante un manifold posteriore al quale erano attaccate, potevo non rimuovere il facciale dal volto durante il cambio.
Ho raggiunto le 7 ore a circa 6 metri di profondità. Con molto dispiacere noto che forse arrivo a 8 ma siamo ben lontani dal record d’immersione di 50 ore che avrei dovuto fare dopo qualche mese. E infatti alla 7° ora accede ciò che avevo pensato solo un’ora prima. A causa del freddo non riuscivo più a muovere bocca e lingua per poter parlare con la superficie. Mi rendevo conto che tentavo di parlare ma biascicavo in modo degenerativo le parole e non riuscivo a fare un ragionamento sensato. Ero alla frutta.
Mi arriva una comunicazione via radio dall’alto: ”FERMATI”. Lungo la cima dell’ala che per 8 ore avevo seguito arriva un assistente con una bombola di ossigeno con sè. Su una pagina di wet note aveva già scritto: FERMATI; RESPIRA UN PO’ DI OSSIGENO E ANDIAMO FUORI. Ero affranto, non volevo, sarebbe stata una sconfitta immensa. Bene, dopo 10 minuti ossigeno puro, ero sulla barca e stavamo rientrando. Prova fallita.
Incontri, riunioni e grandi chiaccherate su ciò che potevamo modificare per poter passare la successiva prova. O accendevamo un fornello e scaldavamo l’acqua del lago oppure avremmo dovuto attendere che lo avesse fatto il sole. Dopo un mese la temperatura a 10 metri del lago era 15°. Magro miglioramento delle condizioni. Guardiamo avanti e puntiamo in alto. Tentiamo 15 ore.
Solita logistica, solita barca più una molto grande d’appoggio. Sull’ala, calata a 10 metri di profondità dalla barca e che io seguivo in navigazione, abbiamo aggiunto una striscia led ad alta luminosità per far in modo che la vedessi meglio sott’acqua. Si parte e questa volta, erroneamente, l’abbiamo fatta nelle acque del lago di Como ma ramo lecchese, località Malgrate.
Questa volta siamo arrivati a 11 ore e anche lì sono arrivato al limite dell’ipotermia. Mi hanno ripescato tremolante, infreddolito e con una parlata incomprensibile. In quella zona l’acqua del lago fuoriesce nell’Adda creando un fiume freddo in mezzo al lago. Non ci avevamo pensato.
Affranto per la seconda sconfitta mi lascio andare, ancora in superficie, in un pianto per la disperazione di non avercela fatta neanche questa volta. Tra me e me vedo molto duro il compimento di un record d’immersione simile.
Salgo sulla barca e iniziano i massaggi per velocizzare la ripresa muscolare e recuperare calore il più velocemente possibile.
La svolta al progetto del record d’immersione
Il morale mio e dello staff erano abbastanza compromessi. Vincenti in piscina ma perdenti al lago. La particolarità di questo record subacqueo, però, non prevedeva di farlo in piscina.
Nei giorni seguenti, io, Luca il medico e altri dello staff abbiamo avuto modo di parlare con un importante industriale di fama mondiale. Lui è stato il terzo colpo di grazia. Andando a rivangare nella sua memoria, parlando di termodispersione cutanea e possibilità di portare a termine una prova simile, ha dato a “tutti dei cioccolatai”. La sua versione era avvalorata da diversi fattori: il primo che le ultime due prove erano andate drasticamente male ma anche il fatto che anche questa persona ha sostenuto record mondiali in ambiti molto tecnologici.
Il dott.Morelli, non si è mai lasciato scoraggiare. Mi ha sempre sostenuto e nonostante i momenti di sconforto mi ha sempre sostenuto. Ha sempre “insistito” perché io continuassi come mio personale motivatore. Personalmente, nonostante le numerose sedute di ipnosi terapia motivanti, che facevo con lo psicologo dott.Carta, ero sicuro di non potercela fare. Troppe poche ore di resistenza visto ciò che dovevo fare.
Alla riunione risolutiva e decisionale dello staff diedi la mia ultima decisione sul da farsi: decisi dunque di abbandonare l’idea dello scooter subacqueo. Di tornare con i piedi per terra e che 50 ore immerso in movimento con il trascinatore non era possibile farle. Feci felice alcuni componenti dello staff che fin dall’inizio del progetto erano contro l’aggiunta dello scooter visto che non compariva negli standard del record. “…personalmente adoro complicarmi la vita…!”
Rilanciammo la sfida
Decidemmo così di eseguire l’ultimo tentativo di immersione prolungata di 24 ore, questa volta però, fermo su di una piattaforma, come prevedevano gli standard. La location era la nostra piattaforma sulla quale eseguiamo i nostri corsi sub. L’idea era che, se fossimo riusciti a fare la 24 ore, avremmo continuato con il progetto.
Partimmo un sabato pomeriggio di giugno alle 15:00. Chiatte galleggianti, telecamere subacquee fisse, compressori, molte bombole e una trentina di persone dello staff. Inizia la prova decisiva per tentare di ottenere questo record d’immersione subacqueo.
L’alimentazione era sempre molto curata, la forma fisica era (ed è..!) perfetta. Il sistema riscaldante santi sottomuta era perfettamente funzionante. Passano le ore, l’acqua è a 15.9° di media (vedi foto). Mangiucchio qualcosina sott’acqua e arriva la notte. Tento di dormire come avevamo provato in piscina e come avevamo discusso nell’ultimo incontro: incollato al soffitto della piattaforma con il gav e la muta gonfi. Impossibile. Provate voi a pensare di essere incollati al soffitto e vorreste tentare di dormire. Durante questa 24 ore non ho mai dormito.
Lo staff, come al solito, si è adoperato a dovere per tutte le 24 ore, con turnazioni per l’assistenza in piattaforma con me, i cambi bombola regolari ogni 2 ore, la parte informatica e di streaming era stata provata
Abbiamo vinto! Abbiamo superato la prova delle 24 ore. Io stavo molto bene. Sono uscito e ho trovato molta gente ad applaudirmi e festeggiare. Ma la maggior parte di loro non sapevano che io e l’intero staff ci eravamo presi la nostra rivincita! Saremmo ritornati in gioco per questo record d’immersione!
Parte il record subacqueo d’immersione prolungata
6-7-8 settembre 2013. Faggeto Lario (CO). Lago di Como. Tutto confermato. Questi i tre giorni nei quali si sarebbe tenuta l’impresa. Nella settimana antecedente l’inizio della prova, sono iniziati i preparativi di allestimento della location. Era arrivata la chiatta galleggiante sulla quale ha vissuto lo staff per tre giorni e venne ormeggiata accanto alla piattaforma. Arrivarono i compressori per caricare le bombole e gli striscioni degli sponsor erano dappertutto.
Tutto era perfetto. L’alimentazione era molto controllata ed equilibrata, lo stato fisico ottimale. Trascorsi la notte prima dell’inizio del record, in un hotel adiacente alla location per essere riposato e fresco all’ingresso in acqua.
La mattina ero tranquillo. Colazione leggera, e subito dopo ho iniziato la vestizione di tutta l’attrezzatura compreso un pannolone di sicurezza in caso fosse servito e la P-Valve per evacuare l’urina dalla muta stagna.
La sera stessa ero di corvée griglia a una festa. Sarà stata l’adrenalina, ma stavo davvero bene! Il record d’immersione subacqueo si avvicina sempre di più e l’immersione da 50 ore è ormai alle porte.
Ci trovammo per la successiva riunione. Gli umori erano alle stelle! Tutti soddisfatti! Ora dovevamo solo trovare una data che potesse essere congeniale a tutti e che le condizioni fossero, sulla carta, perfette.
Io continuavo ad allenarmi e i giorni passavano ma la cosa che più mi rincuorava era che, nonostante il sacrificio di dover mollare lo scooter, il tentativo di record d’immersione lo avremmo comunque provato.
Si inizia
ll record d’immersione iniziò venerdì 6 settembre alle 8:37. Io, Danilo Bernasconi, ero pronto, ero motivato, grazie anche al bel lavoro svolto dallo psicologo.
Passavano le ore e fino alla dodicesima tutto più o meno bene. Infatti alle 22:00 del venerdì tagliai accidentalmente un guanto stagno. L’acqua iniziò a entrare e poteva sicuramente essere un punto di interruzione dell’immersione. Lo staff prontamente riparò il guanto con nastro isolante e un guanto rosso vileda. Subito dopo ebbi un problema di “vomito”, probabilmente per una cattiva digestione di qualcosa che avevo mangiato.
Fino alla ventiquattresima ora tutto filò abbastanza liscio a parte la temperatura e la visibilità dell’acqua: 18° e 1 metro, vedevo appena oltre la mia mano. La sorte non era con me. Proprio a questo punto ho iniziato a cedere di testa. Avrei voluto uscire: scrissi sul wet note della mia compagna di vita Ilenia che sarei voluto uscire, che non sapevo quanto ancora sarei potuto rimanere li sotto. Lei è risalita, ha parlato con lo staff e tre persone di quest’ultimo sono scese per farmi passare qualche momento col sorriso sulle labbra, continuavano a farmi ridere giocando con un water che qualcuno aveva gettato tempo prima nel lago. Si lascia ai lettori ampio margine di immaginazioni sui giochi fatti….!
Poco dopo, alla 26° ora, Ilenia scende ancora. Li le ho scritto che per me il record era fatto e che le successive 24 ore sarebbero state una passeggiata. Mi ero motivato e mi facevo forte ma questo era, vista oggi, da fuori, un grosso cedimento psicologico. Era bastato vedere giocare qualcuno per motivarmi.
Crisi, crisi, crisi
Un mio pensiero ricorrente, prima di entrare in acqua, era il fatto che dopo varie ore d’immersione non avrei mai e poi mai dovuto pensare a: ”Ora è venerdì, devo trascorrere la notte, domani è sabato e devo trascorre anche la notte di domani. Se ce la faccio, alle prime luci del mattino di domenica…uscirò” Era un pensiero che prima di iniziare l’impresa mi spaventava.
Andammo avanti e trascorsero le ore. All’1:00 della domenica mattina, nel pieno della notte iniziai ad avere allucinazioni…i medici le chiamavano crisi dissociative. La mia testa ricreava delle situazioni di terraferma per cercare di contestualizzarmi. Iniziai a vedere di fianco a me un cane. Ce l’ho ancora bene a fuoco, taglia media, pelo di media lunghezza, occhi chiari e mi guardava sbattendo le palpebre. Era così vero che lo potevo accarezzare. Avrei scommesso che non fosse frutto della mia immaginazione…
Lo psicologo mi aiutò a superare questi momenti parlandomi via radio. Terminò la “situazione da cani” e mi trovai in un deserto dove era appena passato un mezzo cingolato. Svanito questo iniziò, più tardi, la visione di un bosco. Di tronchi che emergevano dal metallo della piattaforma. Incuriosito andavo a toccarli e quando la mia mano era a qualche centimetro dal tronco, questo spariva. Strana sensazione. Sto impazzendo?
Trascorsi la notte, la lunghissima notte, la più lunga della mia vita. Ce la feci anche a dormire. Dormivo per sfinimento. Mi dissero che dormivo 45 minuti alla volta. Mi dissero dopo, che dormii per un totale di circa 6 – 7 ore.
Ma arrivò un momento che mi face riprendere subito: le luci dell’alba. Sapevo che come avessi iniziato a vedere quella luce sarebbe mancato poco, molto poco! Il lago iniziò a prendere, per l’ultima volta durante le 50 ore, una tonalità verdognola, dal nero cupo della notte. Ero felicissimo, pieno di dolori e fastidi, ma felicissimo, sentivo profumo di record d’immersione mondiale. Iniziò a circolare adrenalina nel corpo e iniziai a stare molto meglio.
Il timido verde era ormai un bel verde, infatti erano le 8:30. Il record che volevo battere era battuto. Avevo superato le 48 ore e mezza. Il record era fatto ma volevo a tutti i costi arrivare a 50. Dolori agli arti, dolori intensi alle caviglie, forti dolori alle radici dei denti. Stavo male ma stavo bene.
Ma ora, si esce, è finita!
Alla 50° ora stavo facendo l’ultima partita delle tante fatte a dama. Ero con un caro amico. Non so se mi stava facendo vincere apposta, ma per me era importante, sarebbe stata l’unica partita vinta delle centinaia fatte!
Arrivarono due persone dello staff e mi dissero, tramite concitati segnali…Sali! Hai vinto! Ce l’hai fatta! Incredulo, volevo finire la partita. Dopo un paio di minuti e l’ennesima sconfitta a dama, non mi sembrava vero. Lasciai la mia casa del week end. Iniziai una risalita lenta verso la superficie.
Il cuore pompava adrenalina e io non vedevo l’ora di rivedere il sole, di stringere i miei cari, i miei genitori, i miei amici e tutte quelle persone che per mesi mi avevano sostenuto. Sono a un metro dalla superficie. Vedo le sagome bianche delle persone. Ho le lacrime agli occhi dalla gioia. Ho però paura che abbiano sbagliato i conteggi e il mio terrore sarebbe stato quello di uscire a 49 ore e 59 minuti. Decisi dunque di stare lì ancora un paio di minuti appena sotto la superficie.
Alle 10:43 di domenica 8 settembre…uscii dall’acqua. Ho vinto, ce l’ho fatta! Ce l’abbiamo fatta!…io e il mio staff, tutti insieme!! Ero contentissimo ed emozionatissimo. Il record d’immersione subacquea di 50 ore era nostro. Il coronamento di un sogno. Tanti problemi, incertezze, prove andate male ma…ce l’abbiamo fatta!
All’uscita ho abbracciato tutti, ero stanco, visibilmente stanco, non mi reggevo in piedi. I muscoli delle gambe non mi reggevano causa l’ipotrofia generata dall’assenza di gravità. La visita ha subito riscontrato una perdita notevole di liquidi. Persi 7 kg in 50 ore. Diminuita la massa grassa sottocutanea in modo sensibile.
Emozionante e indescrivibile guardare negli occhi, uno per uno, i componenti dello staff con i quali avevamo vissuto, belli ma anche brutti, momenti.
Avevo anche fame, fame di qualcosa di buono, di cioccolato, di dolci o una bella grigliata. Ho subito azzannato una bella brioche al cioccolato regalata da un amico.
Dopo un bel risotto, ho riposato qualche ora e verso sera mi sono rilassato a casa, nella vera casa, anche se fin da subito, la piattaforma, un pochino, mi mancava.
la ripresa
Il martedì successivo ero già al lavoro, in negozio, il tanto sospirato record d’immersione di 50 ore nel lago, era fatto. Tutto era finito. Ero ancora molto frastornato. Molte persone venivano a complimentarsi e “a farsi fare autografi”. Dopo 4 – 5 giorni avevo ripreso i kg persi. Dopo circa 10 giorni mi sono finalmente rimesso completamente sia psicologicamente che fisicamente. E’ stata una ripresa dura, molto più estenuante rispetto quella del record di profondità fatto qualche tempo dopo.
Sensazione post record
Ricevetti in negozio molte persone curiose e giornalisti, tutti con la stessa domanda: ma cos’hai fatto per 50 ore??? Bè, la risposta è sempre, più o meno, la stessa: ho fatto moltissime partite a dama, tutte perse! Ho incontrato moltissimi amici che mi sono venuti a trovare sott’acqua. Ho tentato, in molti momenti, di chiudere gli occhi e dormire, disconnettermi da quella pazzia che stavo facendo. Il tempo passato dormendo, sono minuti e ore che trascorrono senza sofferenza. Qualche volta ce l’ho fatta e altre mi innervosivo perché non “partivo”.
Ho pianto molto! Ore. Perché? Non lo so, debolezza psicologica, stanchezza, voglia di uscire, festeggiare e tornare alla vita per la quale anch’io sono programmato. Su terra ferma. Rimanere immerso per così tanto tempo suscita molta stanchezza e la sensazione che a breve tutto finisca, come una classica immersione. Invece lì no. Dovevo stare lì ancora molte ore, giorni.
Alla 24esima ora, quando ebbi quella pesante crisi, sarei voluto uscire. Lo volevo veramente. Ma non potevo! La macchina organizzativa era immensa, le persone coinvolte erano tantissime. Non potevo deluderle. Per fortuna Ile ha capito la situazione e l’ha comunicata subito allo staff medico. Sono prontamente intervenuti via radio e sott’acqua per farmi passare quel bruttissimo momento.
I giorni dopo al record d’immersione
Solo dopo qualche giorno ripensai a ciò che mi disse il big manager: avrei voluto tornare da lui e dirgli che i cioccolatai sprovveduti ce l’avevano fatta. Avevano conquistato il record d’immersione impossibile da raggiungere. No, non andai, forse lui lo faceva per farci desistere a fare una cosa così folle nel lago, forse lo faceva perché, “da anziano”, voleva farci capire che era troppo da folli farlo in quell’ambiente, forse lui lo faceva come un nonno lo direbbe ai suoi nipoti. Ero e sono comunque felice di aver smentito le sue teorie studiate sui libri sulla termo dispersione cutanea.
L’anno successivo, Medicreative, decide di fare un film su questa impresa. Bello! Per me era la prima volta. Ero entusiasta che questo record mi avesse portato ad essere anche l’attore di un film. Girammo le immagini e il film uscì con un enorme successo. Vinse anche premi a festival di fama internazionale.
Oggi, a marzo 2020, ci possiamo ancora permettere il lusso di dire che il record fatto è imbattuto. Non c’è ancora stato un pazzo che abbia deciso di buttarsi in un lago e fare un record subacqueo di 51 ore! Al mare sono stati fatti diversi tentativi, anche riusciti e l’ultimo fatto, in Egitto, è proprio di quest’anno. Sono un amante del lago, del mio lago di Como e sono orgoglioso di averlo fatto lì anche se le condizioni erano proibitive. Se lo avessi fatto al mare, avrei fatto i quindici giorni di ferie sott’acqua!…sborone…!!
Mi piacerebbe che qualcuno ci provasse. Un record è fatto per essere infranto. Qualcuno che decida di tentare il superamento del mio tempo. Ho avuto due richieste di informazioni e, come detto loro, io ci sono per consigli e suggerimenti! Sportivamente farei volentieri parte di uno staff per il superamento di un record d’immersione subacqueo. Ad oggi non l’ho mai potuto fare! Ero io sotto
E’ molto importante organizzare tutto nei minimi particolari. No a improvvisazioni da supereroi, forse andrà tutto bene. Ma bisogna sempre considerare il fatto che qualcosa, o tutto, vada storto. Da lì sotto, la pelle, va portata fuori, a qualsiasi costo!!! Organizzare un evento fatto bene, tra acquisti, noleggi, permessi e autorizzazioni, costa veramente molto. Ma, a mio parere, o viene organizzato un record d’immersione con tutte le misure di sicurezza o è consigliabile continuare a fare immersioni ricreative.
Buone immersioni e felici record!
Staff subacqueo: Ilenia Cadei – Aurelio Messina – Luca Depaolis – Giuseppe Midilli – Franco Fumarola – Andrea Ciliberti – Gabriele Boggia – Gianmaria Peverelli – Gaetano Giuffrida – Angela Ricci – Eliana Catani – Patrizia Mariani – Sergio Marcelli Fabiani – Bruno Trimelloni – Laura Agostinetto – Simone Bernasconi – Simona Zucconelli – Simone D’esposito – Luciano Lurati – Daniele Salvalaggio.
Staff medico: Luca Morelli – Simona Bramani – Andrea Carta – Alessandro Galletta – Donatella Polvara
Mediacreative: Donatella Cervi – Lorenzo Venturini
Diretta streaming e sito – Eipon: Rudy Crapella – Francesca Moretti
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