configurazione
hogarthiana
filosofia – attrezzatura – accessori
Configurazione hogarthiana: un po’ di storia
La configurazione hogarthiana nasce in Florida USA all’interno dei gruppi di esplorazione speleo subacquea del sistema carsico ed è i risultato finale di una lenta modifiche di procdure. Queste procedure si sono modificate ed evolute per consentire ai gruppi esplorazioni lunghe e molto profonde.
In fase di nascita di una configurazione idonea a queste tipologie di immersioni erano molte le perplessità alle quali dare una risposta tra le quali le fondamentali erano se inserire e aggiungere attrezzature di backup e di ridondanza oppure scegliere per la semplicità e la pulizia della configurazione. La risposta a questo quesito sarebbe stato cruciale durante un’emergenza subacquea.
Bill Hogarth Maine, componente del team per il WKPP (Woodville Karst Plain Project), configurò la sua versione di configurazione prendendo appunto il suo nome. La sua filosofia era dettata dall’essenzialismo durante l’immersione: “se non c’è, non si rompe”, “meno hai meglio è”, “se non è necessario, lascialo fuori”.
La visione di Bill Hogart era puntata al minimalismo prendendo anche in considerazione il fatto che nelle situazioni di emergenza, la semplicità aiuta a risolvere il problema.
Questa configurazione doveva però essere utilizzata dall’intero team piuttosto che usare le varie configurazioni personali di ogniuno.La configurazione hogarthiana è funzionale e performante se viene utilizzata dall’intero team grazie alla sua ferrea standardizzazione.
Mirror configuration. Viene infatti così definita questa configurazione. Essendo la medesima dei propri compagni d’immersione, la risoluzione dei problemi ai compagni è come se venisse fatta su se stessi davanti a uno specchio. Le attrezzature e le loro posizioni sono uguali per tutto il team.
Sopesso viene confusa, errando, la configurazione di Bill Hogarth con il sistema DIR (Do It Right). Questo acronimo venne utilizzato nell’anno 1995 da un componente del WKPP, George Irvine, come suo sistema di utilizzo della propria attrezzatura condiviso.
Andrew Georgitsis e Jarrod Jablonsky, esploratori di punta nel WKPP, estimatori del filosofia DIR, la utilizzarono per la prima agenzia didattica, che seguiva questa tipologia di immersioni. Solo all’interno di questi corsi si può apprendere a pieno la filosofia DIR. La configurazione hogarthiana è facilmente raggiungibile e tutti ci possono approcciare.
Di seguito verranno rappresentate le linee guida da tenere in considerazione sulla scelta dell’attrezzatura e vi invito a partecipare a un corso TDI Intro to Tech per poter comprendere al meglio la filosofia DIR e la configurazione hogarthiana.
In generale:
Tutta l’attrezzatura, pur essendo stata scelta per la sue buone performance, per la possibilità di un buon routing o altro, deve essere sempre in buono stato e revisionata. La configurazione è senza dubbio efficiente ma non bisogna abusare di questo per non controllare la propria attrezzatura. Ogni anno (al di fuori della revisione delle bottiglie del bibombola), va ispezionata e controllata. E’ troppo alto il rischio di eseguire immersioni sapendo di utilizzare attrezzatura sulla quale è molto tempo che non viene svolto un controllo.
Importante far controllare ogni singolo pezzo: erogatori, fruste, manometri, sacchi, rubinetterie ma anche moschettoni e cordini di fissaggio.
In linea di massima le regole base per una configurazione hogartiana corretta sono:
- Utilizzare erogatori performanti e preferibilmente quelli che hanno la porta centrale sulla torretta di erogazione.
- Utilizzare fruste delle lunghezze il più simili possibili a quelle riportate più avanti in questo testo
- Utilizzare solo erogatori con attacco DIN.
- Un solo manometro “nudo”
- No salvafruste o coperture in gomma sulle stesse
- Fibbie di imbraghi e cinture in acciaio e non plastica
- Viene eliminato dall’attrezzatura tutto quello che non serve o che può aiutarci ad avvolgerci in sagole o lenze. (insufflatori sul vis del gav, pomellini sulle valvole di emergenza del sacco, fondelli alle bombole)
- Sulle rubinetterie vengono montati pomelli in gomma piuttosto che di plastica. Questi ultimi col freddo invernale o la rigida temperatura dell’acqua tendono a creparsi e rompersi.
- La torcia è di tipo speleo. Con testa illuminante separata dal pacco batteria e con un cavo di connessione che non da modo all’acqua di passare in caso di allagamento di uno dei due componenti.
Il bibombola
10+10 o 12+12?…di sicuro il D12 aiuta a raggiungere la perfezione nel trim…e in più tiene più gas. Inoltre, essendo più lungo posiziona il baricentro più in basso sul subacqueo migliorandone il trim. Anche il D10 va bene ma non ha i vantaggi sopracitati del D12. Importante che sia sempre revisionato come da norme del paese locale. Due tiranti che ergono anteriormente da M8 a distanza di 11 pollici (27,9cm) l’uno dall’altro. Due farfalline ci serviranno per il montaggio del sacco e della piastra.
Rubinetteria del bibombola:
Sono presenti sul mercato 2 famiglie di rubinetterie. La differenza sta nel manifold. Può essere fisso o girevole.
Rubinetteria a manifold rotante
Questa rubinetteria presenta principalmente 2 aspetti positivi:
- Il manifold ruota liberamente senza creare perdite d’aria. Questo fattore ci assicura che se inavvertitamente colpisco il rubinetto contro il soffitto di un relitto o all’interno di una grotta o di un relitto, il pomello ruota andando ad evitare la rottura.
- Se voglio cambiare l’inclinazione del pomello lo posso fare senza dover allentare dadi ed evitando perdite inutili d’aria.
Questo tipo di rubinetteria è consigliato.
Rubinetteria a manifod fisso
Se il pomello del manifold prende accidentalmente un colpo, è quasi certa la rottura di pomello e alberino non consentendo più la possibilità di chiudere l’isolatore.
E’ inoltre probabile che da uno dei due punti di connessione a dx o sx si sviti la boccola e avvenga una massiva perdita di gas.
Questa rubinetteria è sconsigliata.
Fasce del bibombola
Le fasce del bimbola devono essere in acciaio inox, devono avere un prigioniero filettato per il serraggio sul bibombola. Sono consigliate le fasce con altezza 60mm. Conferiscono una maggiore tenuta durante trasporti, sollevamenti, ma anche di colpi o cadute accidentali.
Il gav nella configurazione hogarthiana
Il sacco
I sacchi dei gav, in una configurazione hogarthiana, possono avere diverse misure e diverse forme. Per una comodità di svuotamento ma soprattutto per il trim che ci aiuta ad ottenere in acqua è consigliabile quello anulare, a ciambella. Si sconsigliano gli elastici per il collasso del sacco. Deve invece avere un corrugato corto con innesto nella parte superiore centrale e una valvola di scarico posizionata nella parte anteriore a sinistra. E’ importante sia a doppia camera con un sacco esterno e uno interno di buona fattezza. Ci sono varie misure e solitamente viene utilizzato il 40 o 45lbs donando al subacqueo un’ottima galleggiabilità con due decompressive attaccate ai fianchi. Ci sono anche varie taglie e forme di sacchi per monobombola e immersioni ricreative.
L’imbrago
La piastra con l’imbrago è lo scheletro della configurazione hogarthiana. Ci sono piastre di acciaio e di alluminio. La fettuccia è un unico pezzo che mediante incavi nella piastra viene fatta passare dentro e fuori creando spallacci e fascione ventrale. La sua semplicità prevede il montaggio di 5 D-Rind, un coltello posto tra la fibbia di chiusura e il D-Ring laterale sul passante ventrale sinistro. Una tasca porta pallone e di protezione morbida è montata sulla piastra. Oltre che essere un ausilio per riporre il pallone di segnalazione protegge la muta dalla sporgenza dei tiranti del bibombola (che se sono della lunghezza corretta non sono un problema)
Sull’imbrago della configurazione hogarthiana è montato un sottocavallo. Questo è fissato nella parte inferiore della piastra e si inserisce tramite un’asola nel ventrale anteriore. Il sottocavallo ha il compito di stabilizzare l’attrezzatura sul dorso e di essere d’aiuto quando si viene trainati con uno scooter. Sono montati 2 D-Ring basculanti:
- Quello anteriore serve per fissare lo scooter subacqueo.
- Quello posteriore può diventare comodo per appendere accessori.
Gli erogatori della configurazione hogarthiana
Erogatore primario:
L’erogatore primario deve essere un buon erogatore, performante, rigorosamente con attacco DIN e deve essere controllato/revisionato ogni anno. E’ composto da un primo stadio, secondo stadio e due fruste:
- La frusta lunga di collegamento dei due stadi da 210/200cm.
- La frusta del gav da 55/60cm.
Sulla frusta lunga, in prossimità del secondo stadio, viene fissato un moschettone a luce singola tramite un cordino.
Non ci sono manometri su questo erogatore.
Erogatore di backup
L’erogatore di backup deve anch’esso essere un buon erogatore ed è importante che sia con attacco DIN e venga controllato annualmente. E’ composto da un primo stadio, secondo stadio e tre fruste:
- La frusta di collegamento dei due stadi da 56/60cm.
- La frusta HP del manometro da 56/60cm.
- La frusta della muta stagna 70/75cm.
Viene fissato al boccaglio del secondo stadio un elastico. Questo ci assicura l’erogatore in prossimità del petto.
Il manometro deve essere resistente e con il vetro minerale antigraffio. Un moschettone luce singola è fissato in prossimità del manometro.
Torce
La torcia primaria
Le torcia primaria deve essere a pacco batteria separato rispetto alla testa illuminante. Possono essere HID oppure, consigliata a LED.
E’ importante avere un quantitativo di ampere sufficientemente elevato che ci garantisca di concludere le immersioni con la torcia principale. Sul pacco batteria ci deve essere un passante, in stoffa o plastica, che permetta il fissaggio dello stesso sul ventrale di destra.
Sulla teste illuminante ci deve essere:
- Un moschettone luce singola per riporre la torcia sul d-ring quando non utilizzata.
- Un’asola di cordino o elastico in prossimità dell’ingresso del cavo.
- La maniglia goodman che consente una pratica impugnatura lasciando libera la mano.
La torcia di backup
Deve essere medio-piccola di diametro e che si sviluppi sulla lunghezza. Meglio se led visto il basso consumo.
Un moschettone fissato sul corpo della torcia. L’accensione deve essere a rotazione della testa illuminante.
Prima di ogni immersione si consiglia il controllo del suo funzionamento.
Bombolino per la stagna
Questo bombolino viene utilizzato per alimentare il sistema di gonfiaggio della muta stagna.
Generalmente utilizzato lo 0.85lt di alluminio.
La valvola ha un attacco DIN per il riduttore di pressione. Sul riduttore di pressione è OBBLIGATORIO montare una valvola di sovra pressione.
E’possibile caricarlo in aria o in Argon.
E’ bene non utilizzarlo durante immersioni con aria o nitrox mentre se ne consiglia vivamente l’utilizzo per immersioni in miscele trimix.
Montaggio del gruppo e particolari
Montaggio
Si assemblano bibombola, sacco e imbrago e si fissano con le due gallette dei prigionieri filettati del bibombola. Serrare forte a mano le farfalline senza utilizzare chiavi o pinze.
Durante il montaggio assicurarsi di non pizzicare il sacco ma che esso sia ben steso tra bibombola e piastra.
Particolari
Il coltello
Sul ventrale di sinistra si trovano: fibbia di chiusura in acciaio inox, il coltello nel suo fodero e un d-ring basculante.
Su una configurazione hogarthiana Se si dovesse utilizzare una torcia senza pacco batteria separato, il coltello viene montato sul ventrale di destra come fissaggio della frusta lunga.
Fibbia di bloccaggio
Sul ventrale di destra è inserita una fibbia inox per il posizionamento e il fissaggio del pacco batteria.
Se si utilizza una torcia senza pacco batteria separato il coltello viene montato al posto della fibbia.
Montaggio degli erogatori
Erogatore primario
Per prima cosa fissiamo il secondo stadio al D-Ring dello spallaccio di destra. Questo evita cadute accidentali. Dopo aver avvitato il primo stadio, facciamo correre la frusta lunga verso il basso passando dietro al gav e portiamo davanti quella corta del gav, La inseriamo prima nell’elastico montato sul corrugato a metà della lunghezza e poi la colleghiamo all’attacco del vis assicurandoci che sia ben inserito.
Inseriamo ora il corrugato nell’elastico fissato al d-ring dello spallaccio di sinistra (vedi foto a destra)
Erogatore di backup
Le fruste devono il più possibile, come anche nell’erogatore primario, scendere verso il basso e non fare curve troppo strette, andando a strozzare il passaggio dell’aria.
Manometro
Per prima cosa, ancora prima di avvitare il primo stadio, bisogna fissare il manometro al suo D-Ring. Questo impedisce cadute accidentali e urti.
I sistemi di illuminazione della configurazione hogarthiana
Torcia di backup
Si clippa il moschettone della torcia sul d-ring dello spallaccio di sinistra. Si inserisce la torcia nell’elastico inferiore precedentemente montato sull’imbrago. Quest’ultimo garantirà un’ottima aderenza della torcia al corpo. In caso di immersioni in grotta/caverna le torce di backup sono 2 e verranno montate su entrambi gli spallacci (vedi foto a dx)

Torcia primaria
Fissare la testa illuminante al D-Ring dello spallaccio di destra della configurazione hogarthiana. E’ corretto che venga fissata insieme al moschettone della frusta lunga e in caso di immersione in grotta, alla seconda torcia di backup.
Inserire il pacco batteria sul ventrale destro nel passante in stoffa o in plastica.
Infilare la fibbia sullo stesso lato del ventrale per non consentire al pacco batteria di scivolare in avanti e cadere. La batteria, una volta indossato il gruppo, dovrà poi risultare sulla parte latero-anteriore. Se non si dispone di una torcia modello speleo, inserire il coltello sul ventrale destro.
Bombolino della stagna
Montare il bombolino senza erogatore sul lato sx del back plate.
Ci sono due possibilità di fissaggio:
- Con due fasce velcro montate l’una sopra l’altra che sostengono entrambe il bombolino
- Una fascia velcro nella parte superiore e un elastico nella parte inferiore. (vedi foto). Si inserisce il rubinetto nell’elastico per poi fissare la parte cilindrica con la fascia velcro. Quest’ultimo sistema di fissaggio è consigliato perché una volta montato il riduttore ci sono molte meno possibilità di perdere il bombolino da quella posizione in caso di cedimento della zona velcro.
Si consiglia di utilizzare delle fascette o materiali che aumentino il grip tra fascia e parete esterna verniciata del bombolino.
Montare il riduttore di pressione con la frusta rivolta verso l’alto. Quando si monta questo erogatore è consigliato togliere la frusta della stagna dal primo stadio di backup.
E’ vivamente consigliato non utilizzare il bombolino durante le immersioni in grotta, salvo se eseguite con miscela trimix.
La stage e la decompressiva
La giusta denominazione viene assegnata a seconda dell’utilizzo della bombola. La decompressiva è una bombola che verrà utilizzata durante una fase di decompressione dell’immersione mentre una stage è una bombola che ci aiuta a protrarre i tempi della fase di fondo.
La configurazione della stessa può essere fatta su diverse tipologie di bombole. Alluminio o acciaio. Vivamente consigliate le prime per un fattore di minor usura con gli agenti ossidanti e di trim durante l’immersione. Ci sono di diversi litraggi (lt o ft) a seconda dell’utilizzo e della scorta di gas che si vuole avere.
La rubinetteria è a singolo attacco rigorosamente DIN. Un imbrago con due moschettoni per il fissaggio viene applicato alla bombola mediante una fascetta in
inox.
Sulla bombola deve comparire anche un adesivo della MOD. Oltre visualizzare la massima profondità alla quale è respirabile quella bombola, fornisce al subacqueo un’ulteriore indicazione di che gas è contenuto all’interno.
L’erogatore deve essere composto da primo e secondo stadio, manometro con frusta corta, una eventuale frusta per la stagna di backup ma solo se usiamo il bombolino e all’interno della bibombola non c’è elio. Decisamente consigliato un erogatore a torretta girevole per il routing delle fruste, mantenuto corretto, in tutte le fasi dell’immersione.
Sono sufficienti due elastici calzati sull’esterno della bombola per il corretto posizionamento dell’erogatore durante l’immersione.
Importante avere sempre un’etichetta in zona visibile dell’immersione che mostri i dati essenziali della carica.
Posizione del manometro
Flesso
E’ possibile curvare la frusta del manometro e fissarlo tramite un elastico sul corpo del primo stadio.
Benefici:
- Comodo e rapido da consultare
Svantaggi:
- Il manometro è più esposto a urti
- La frusta è in una posizione di stress e presto avrà perdite
Un corso per la configurazione hogarthiana
Sono moltissimi i punti, le spiegazioni e i perché ai quali si può rispondere sulla configurazione hogarthiana e il suo corretto utilizzo.
In questa presentazione si è voluto dare un’infarinatura generale con la presentazione dell’attrezzatura, il montaggio, la preparazione e l’assemblamento
Ci sono molti altri dettagli importanti da spiegare sul perché, sul come si fa se, se è meglio così o cosa…etc etc Ti invito a partecipare al corso TDI Intro to Tech per toccare con mano il 100% della configurazione.
Gli accessori per la configurazione hogarthiana
Pallone di segnalazione
Il pallone di segnalazione deve essere a circuito chiuso. Si intende un pallone completamente saldato con un ugello per gonfiare a bocca e una valvola di sovrapressione azionabile manualmente.
In fase addestrativa o per immersioni al lago vanno bene i palloni lunghi 100/120cm. Se ci si immerge al mare si consigliano quelli da 120/150cm e oltre.
Il colore non è importante. L’importante che sia un colore acceso e sgargiante.
Finger Spool
Gli spool sono l’ottimo accessorio per il lancio del pallone o per procedure all’interno di grotte. Esistono di varie fattezze e con cime di varie lunghezze. Si consigliano quelli in delrin torniti invece che di plastica.
Coltelli e taglia sagole
I coltelli devono avere una dimensione contenuta ma allo stesso tempo una lama che tagli bene cime e sagole. Devono possedere una buona impugnatura, utilizzabili anche con i guanti stagni. Si consigliano 2 strumenti di taglio, uno raggiungibile con la mano sinistra e l’altro con la destra.
Le lame sono consigliate in titanio perchè non ossida e necessitano molta meno manutenzione.
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